E Grillo espelle il consigliere regionale piemontese

La decisione con cui Beppe Grillo ha espulso dal movimento 5stelle il consigliere regionale Fabrizio Biolè, reo di aver criticato un intervento di Grillo nei confronti di una altra eletta nello stesso movimento, è solo l’ultima di una serie di scelte che dimostrano cosa sia la democrazia per il fondatore del “grillismo”.
Al di là dell’utilizzo di parole come democrazia partecipata, potere ai cittadini, politica al servizio della gente, Grillo si comporta nei confronti dei militanti del suo movimento, anche di quelli eletti negli organismi rappresentativi, come un padre-padrone detentore del verbo, l’unico a decidere chi è dentro e chi è fuori 5 stelle sulla base della sue esclusive decisioni. Di strumenti democratici interni al movimento, neanche a parlarne.
E’ ora di scegliere se dalla difficile situazione in cui ci troviamo si può uscire con il rinnovamento dei partiti e delle loro proposte, unito a un di più di partecipazione democratica, o con una svolta populista neoautoritaria che mira solo a seppellire i partiti come strumenti di democrazia e le regole democratiche interne come inutili orpelli.
Tra queste due opzioni è evidente quella in cui si colloca Grillo: il centrosinistra chiede ai cittadini di scegliere con le primarie il suo candidato alla guida del futuro governo, Grillo allontana coloro che i cittadini hanno scelto per rappresentarli.
Al consigliere regionale Fabrizio Biolé, da cui siamo profondamente lontani nel merito delle scelte politiche, va la nostra solidarietà per il metodo utilizzato contro di lui.

DICHIARAZIONE DI ALDO RESCHIGNA E GIANFRANCO MORGANDO