 l’Expo, grande esposizione universale, è in se un evento della modernità. Lo è stato fin dalla prima edizione londinese del 1851, toccano l’apice con quelle di Parigi del 1889 – quando fu costruita la Torre Eiffel – e del 1900, che superò i 50 milioni di visitatori e che vide l’inaugurazione della metropolitana.
 l’Expo, grande esposizione universale, è in se un evento della modernità. Lo è stato fin dalla prima edizione londinese del 1851, toccano l’apice con quelle di Parigi del 1889 – quando fu costruita la Torre Eiffel – e del 1900, che superò i 50 milioni di visitatori e che vide l’inaugurazione della metropolitana.
Milano ospitò l’evento nel 1906 e l’immagine simbolo di quell’esposizione – dedicata ai trasporti – era il traforo  del Sempione, completato proprio in quell’anno , rendendo possibile la prima linea ferroviaria diretta tra Milano e Parigi. Quando, nella primavera del 2008,  è stata assegnata a Milano l’edizione del 2015 ( battendo la concorrenza di Smirne)  l’entusiasmo fu grande. Si apriva una speranza di rilancio la metropoli lombarda e per tutte le  aree contigue, tra le quali il VCO. l’Expo ha rappresentato, e  rappresenta,  una delle più rilevanti fonti d’ispirazione per gli  scenari futuri. Ma, a distanza di due anni, come stanno le cose?   Leggendo le cronache c’è di che preoccuparsi. Tutto appare fermo,  immobile. Il clima di collaborazione tra le istituzioni  che aveva  consentito di vincere la sfida della “nomination” ? Sfumato tra le  polemiche. Con il rischio (serio) di pregiudicare l’immagine di Milano  capitale dell’efficienza. Si parlava di cifre iperboliche:  venti  miliardi di euro di investimenti fra quartiere fieristico e  infrastrutture; 70.000 nuovi posti di lavoro; 29 milioni di turisti nei  sei mesi dell’esposizione; 44 miliardi di euro in più per il fatturato  del mondo imprenditoriale locale e una ricaduta sui territori limitrofi (  il VCO, tra questi).
Tutto bene?In teoria, sì. In pratica, dopo due anni la «macchina Expo»  non è ancora partita. è successo che sull’ affare “Expo 2015” è  scoppiata una guerra fra i vari potentati locali, e questa guerra è in  gran parte la responsabile della paralisi. La colpa di chi è? Chi sono  quelli che litigano, rinviano, modificano? Gli amministratori del  centrodestra al Comune di Milano e in Regione Lombardia.
Intanto il finanziamento statale è stato ridotto da 4 a 1,4 miliardi di  euro, da centellinare in cinque anni. Pare che  i terreni dello spazio  espositivo non siano ancora stati comperati. Manca ancora, per molti, un  vero e proprio progetto: il tema proposto è «Nutrire il pianeta.  Energia per la vita». Non pochi, negli ambienti dell’economia e della  finanza, nutrono perplessità per la sua genericità: non si capisce bene  quale prodotto verrà proposto ai visitatori. l’Expo non avrà introiti  fino alla fine del 2014, e i soldi in cassa sono sempre meno. Bene che  vada, sarà un’Expo molto ridimensionata. Che dire? Molti anche nel VCO  avevano riposto grandi speranze in quest’evento. Resteranno appese ad un  chiodo malfermo?. Mi auguro di no.
Marco Travaglini, esecutivo PD VCO
