Unione dei comuni: Una scelta azzardata dalle conseguenze incerte.

image Come noto, di fronte  al contenzioso fra Governo e Regione rispetto al ruolo e al numero delle Comunità Montane, gli otto comuni della comunità Antigorio- Divedro- Formazza pensano di superare il problema della ridefinizione della perimetrazione creando un unione di Comuni.
Riguardo alla gestione della procedura da parte del Sindaco di Crevoladossola è doveroso rimarcare che questa approvazione estiva assume i connotati di un vero e proprio blitz istituzionale. Ci domandiamo in quali altri comuni una procedura di unificazione di comuni sia stata trattata con tanta leggerezza e superficialità. Al di la degli obbiettivi ufficiali dichiarati da Della Pozza riguardo una gestione in proprio dei fondi delle centraline, su cui comunque ci sarebbe molto da discutere e che non può essere il solo e unico obbiettivo di un nuovo ente, c’ è un dato inoppugnabile e di fondamentale importanza: si elimina una realtà montana in una delle poche aree montane.
Per gestire i Soldi del Cairasca erano possibili altre soluzioni:
Il Sindaco Della Pozza ha esplicitamente affermato che lo scopo primario è quello di non dividere con altri i proventi della pratica del Rio Cairasca bisogna sapere che per garantirsi questa possibilità sarebbe bastato che gli otto comuni fossero stati in grado di decidere in tempo utile un piano economico e di deliberarlo, questo sarebbe stato un atto vincolante, ma non c’è stata questa capacità si è perso tempo, quindi ora si cerca di mettere riparo ad una negligenza facendo un operazione azzardata e rischiosa, da cui nemmeno tutti i Sindaci sono convinti fino in fondo. Atto che peraltro ancora oggi potrebbe essere ssunto.Accorpare i servizi è possibile fra comuni omogenei:
Lo statuto del nuovo ente verrà discusso solo nel 2009 e solo in quella occasione verranno attribuiti all’ente i servizi da gestire in maniera associata, questo sarà sicuramente motivo di difficoltà e di contenzioso in quanto i servizi sono organizzato in maniere disomogenea nei vari comuni; la bozza prevenuta in comune recita comunque (art 2. Finalità) “è compito dell’unione promuovere la progressiva integrazione fra i Comuni che la costituiscono”. In sintesi il rischio è per i comuni più grandi come Crevoladossola avrà in carico i maggiori oneri a scapito di un peggioramento dei servizi; in sintesi Crevoladossola avrà un peggioramento della gestione e si accollerà la maggior parte delle spese.
Nell’articolo 8 della bozza si parla esplicitamente di mettere in comune servizi come il trasporto scolastico; i servizi cimiteriali; i servizi sociali; l’ufficio tecnico; lo sgombero neve; la polizia municipale e l’anagrafe (come e dove non è dato saperlo). Diventerà quindi difficile per il Sindaco Della Pozza inventarsi qualcosa per spiegare che per Crevoladossola è più conveniente gestire questi servizi assieme a questi comuni piuttosto che con Domodossola o quale sarebbe l’utilità di uscire dal Consorzio dei servizi sociali dell’Ossola?
Si crea un nuovo ente e nuovi incarichi:
La bozza di statuto prevenuta prevede che (contrariamente a quanto affermato dal sindaco ci sarà comunque una struttura di amministratori che dovrà essere retribuita con fondi propri dei comuni (viso che dopo i primi tre anni la Regione cesserà l’erogazione degli incentivi). Come si può pensare di aderire a scatola chiusa ad un ente che non ha ancora fissato nel dettaglio le sue finalità istituzionali ma solo il fatto che si manterranno le poltrone esistenti, infatti l’unica cosa chiara della bozza è che ci sarà un presidente dell’ente e una giunta formata dagli altri sindaci.
Che fine ha fatto la protesta contro l’abolizione delle comunità montane?
Un ultimo aspetto della vicenda non è ancora stato affrontato e riguarda il fatto che molti dei protagonisti di questa operazione erano fra i più strenui oppositori dell’ipotesi posta in campo dal governo Prodi sulla semplice riduzione del numero delle comunità montane; vi ricorderete che lo scorso anno contro l’ipotesi del ministro Lanzillotta ci fu una generale levata di scudi e molti amministratori ossolani protestarono contro il governo e organizzarono anche dei pullman coinvolgendo la cittadinanza nella protesta.
La prima considerazione riguarda il già citato  “assordante silenzio” dei politici locali di centro destra che si sono inalberati contro il progetto di riorganizzazione del centro sinistra ma non fiatano quando il ministro Tremonti afferma che le comunità montane vanno abolite in toto.
La seconda riguarda il fatto che molti dei politici che difendevano a spada tratta le comunità montane in quanto “strumento per garantire i diritti dei nostri cittadini” ora sono a capo dell’operazione che probabilmente (i risultati finali saranno chiari solo alla fine della vicenda) chiama fuori dal sistema delle comunità montane otto dei comuni montani più importanti della provincia più montana del Piemonte. O forse il centro destra predica bene solo quando è all’opposizione e razzola male quando va al governo?
In sintesi: Se le comunità montane sono veramente uno strumento fondamentale per garantire il mantenimento dei servizi minimi per chi vive in montagna è un errore metterne in discussione il sistema complessivo, anche rispetto a un qualche possibile vantaggio economico. Se in alternativa le comunità montane sono uno strumento che mostra degli oggettivi limiti e andava comunque rivisto nel ruolo, nel territorio e nelle competenze, allora è stato un errore opporsi a spada tratta ad ogni ipotesi di riforma.
Gli amministratori in questione non si possono quindi permettere di sostenere due tesi discordanti a distanza di pochi mesi perché almeno una delle due rappresenta oggettivamente una scelta opportunistica e dovrebbero quanto meno chiedere scusa alle persone che, in buona fede, si sono prestate al gioco partecipando alla manifestazione di Torino con dispendio di tempo e denaro.
In conclusione:
Rispetto ad un atto dalle conseguenze così evidentemente incerte che lascia aperti molti dubbi, che richiederebbero un dibattito approfondito e la consultazione dei cittadini, noi consiglieri comunali scopriamo l’esistenza di questa operazione dalla televisione e in seguito veniamo convocati in un consiglio straordinario il 20 di agosto, senza uno straccio di conferenza preventiva dei capigruppo. E’’ questa la trasparenza? E’ questo il modo di garantire le prerogative del consiglio comunale?
Certamente no, questo è un modo autoritario che è reso possibile dall’atteggiamento passivo di un gruppo di consiglieri di maggioranza che accetta sempre e comunque le scelte del Sindaco e dei suoi più stretti collaboratori senza mai fiatare.
E’ doveroso lavorare affinché tutti si fermino a riflettere sulle conseguenze di un voto frettoloso e chiedere una discussione ampia ed approfondita.
PD Circolo di Crevoladossola