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MOZIONE DI SFIDUCIA NEI CONFRONTI DELLA BONINO: DAI RAMI SECCHI SALVATI SOLO I TRENI DEI SUOI AMICI LEGHISTI

Il Pd chiederà la convocazione di un Consiglio regionale straordinario in cui  presenterà una mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore regionale Barbara Bonino.
In Commissione l’assessore ha dimostrato come nella scelta delle tratte da tagliare, più che i conti economici e gli interessi dei cittadini, contano gli interessi dei suoi amici leghisti, preoccupati solo di garantire i propri sindaci e i loro territori, piuttosto che i piemontesi e le casse regionali.
In sede di discussione del piano triennale sul trasporto pubblico locale, in Commissione, l’assessore ha tentato in tutti i modi di nascondere il fatto che due delle 14 linee da tagliare secondo il piano, saranno invece salvate.
Come mai questo maldestro tentativo? Perché le due linee, la Novara-Varallo e la Casale Monferrato-Vercelli, stanno molto a cuore al sindaco e parlamentare leghista di quella zona. Tanto da non tenere in alcun conto i dati economici e di traffico della linea.
La dimostrazione è presto fatta: Si taglia un convoglio della Torino-Torre Pellice, che ha un costo medio annuo per passeggero di poco superiore ai mille euro, e se ne mantiene uno della Novara-Varallo, che ha un costo medio annuo per passeggero  di quasi 38 mila euro.
Per giustificare il salvataggio, l’ass. Bonino è arrivata a parlare di un collegamento su strada disagiata di montagna, quando tutti sanno che tra Novara e Varallo c’è una superstrada, e la strada di montagna comincia dopo.
Il tentativo di mascherare l’operazione di taglio è stato poi ripetuto nell’incontro con le autonomie locali, che per legge devono esprimere l’intesa sul piano, che verrà però posticipata di 15 giorni. Dato che i nuovi tagli entreranno in vigore il 6 giugno, con il nuovo orario estivo, il parere arriverà quando tutti i buoi saranno già scappati dalla stalla.
E’ evidente il tentativo di nascondere l’incongruità e l’irrazionalità delle scelte compiute. E’ evidente come non ci troviamo di fronte a un’opera di razionalizzazione del trasporto pubblico locale, ma a un piano che privilegia i territori governati da leghisti e pidiellini, indipendentemente dal reale interesse dei piemontesi. E’ un atteggiamento inaccettabile, che combatteremo fino in fondo.

Aldo Reschigna, Presidente Gruppo Regionale PD

Convegno del Pd sul tema dei frontalieri: scarica le slide della relazione

I frontalieri negli anni della crisi. E’ questo il titolo dell’incontro pubblico organizzato dal partito democratico  venerdì 27 aprile 2012 alle ore 20.45  presso la Sala consigliare della Comunità Montana a Domodossola (via Romita).
E’ ora possibile scaricare il pdf con la relazione dell’0norevole Narducci, cliccando qui.
Un’occasione per discutere dei temi aperti in merito al lavoro oltre confine, a partire dalla spinosa situazione del ristorno fiscale all’Italia, con un esperto del tema come l‘onorevole Franco Narducci, vice presidente della commissione Affari esteri e Comunitari alla Camera.
Potete scaricare cliccando qui il PDF dell’invito.
Partecipano inoltre Aldo Reschigna capogruppo PD in regione Piemonte, Antonella Trapani segretario provinciale del PD, Mariano Cattrini sindaco di Domodossola.
Sarà presente un esponente del sindacato Syna di Briga e presiede Massimiliano Testore coordinatore circolo PD di Domodossola
Sono invitati lavoratori, cittadini, amministratori, associazioni economiche e sindacali.

PD VCO
Ufficio stampa

Pubblichiamo un comunicato stampa di pochi giorni fa dell’onorevole Narducci sul tema

Oggi, 11 aprile 2012, il Governo ha risposto all’interrogazione presentata, il 15 marzo scorso, in Commissione esteri della Camera, dall’on. Franco Narducci (PD) per chiarire quale posizione intendesse assumere il Governo italiano rispetto alle notizie allarmanti provenienti dal Ticino ed in cui si ipotizzava una modifica della quota di ristorno del prelievo fiscale sul reddito dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera diminuendolo dall’attuale 38,8 per cento al 12,5%.
Tali notizie sono sembrate ancor più preoccupanti in un contesto di relazioni bilaterali tra Svizzera e Italia in cui si assiste ad un stallo sul negoziato fiscale tra i due Paesi. Pertanto l’on. Narducci ha chiesto al Ministro degli affari esteri, sottolineando l’urgenza della ripresa del negoziato fiscale, cosa si intende fare per “risolvere la spinosa situazione del ristorno fiscale all’Italia, sia in relazione agli importi non ancora erogati sia per preservare le attuali quote di ristorno all’Italia dell’imposizione effettuata sul reddito dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera” chiedendo anche di sapere quali procedure intendesse attivare il Governo per il ristorno dei fondi, già versati dalla Svizzera, ai comuni frontalieri, data anche la situazione di difficoltà di bilancio.
Il Sottosegretario all’Economia ed alle Finanze, dott. Vieri Ceriani, che ha risposto a nome del Governo all’interrogazione in questione e a quella di analogo contenuto posta dall’on. Braga, ha evidenziato la situazione di illegalità internazionale in cui si trova la Svizzera per il mancato ristorno del 50% dell’ammontare della quota stabilita negli accordi internazionali per quanto concerne il prelievo fiscale sul reddito dei frontalieri.
Vieri ha altresì evidenziato l’impegno del Ministero degli Affari Esteri nei confronti delle Autorità federali elvetiche che ha effettuato “fermi e ripetuti passi volti a reclamare la piena applicazione da parte svizzera del vigente Accordo del 1974, che costituisce questione non collegata né collegabile a quella del negoziato fiscale”. Inoltre, il dott. Vieri ha precisato che si è “ritenuto opportuno esperire altre opzioni di intervento a difesa degli interessi italiani, utilizzando prioritariamente gli strumenti per la risoluzione delle controversie previsti dalla vigente Convenzione contro la doppia imposizione fiscale, di cui l’Accordo sui ristorni è, come si è detto, parte integrante. È stata pertanto richiesta alla controparte elvetica la convocazione di una commissione mista ad hoc.” Invece per quanto attiene l’eventuale rimozione della Svizzera dalle cosiddette “black list” italiane, il Sottosegretario ha riferito che “l’Amministrazione finanziaria fa presente che i relativi decreti sono stati emessi in virtù di disposizioni di legge (artt. 2, 110 e 167 DPR 917/1986, Testo unico delle imposte dirette), che hanno previsto, quali criteri per l’individuazione degli Stati a regime fiscale privilegiato, la mancanza di un adeguato scambio di informazioni, nonché il livello di tassazione sensibilmente inferiore a quello applicato in Italia”.
Assoluta insoddisfazione é stata espressa dall’ on. Franco Narducci per la risposta data dal Sottosegretario alle interrogazioni concernenti il contenzioso tra Italia e Svizzera relativamente alle molteplici questioni riguardanti il lavoro transfrontaliero, i ristorni fiscali ai comuni situati nella fascia di 20 chilometri dal confine con la Svizzera e alla Convenzione contro le doppie imposizioni.
Il rappresentante del Governo anzichè entrare nel merito delle domande poste dagli interroganti onorevoli Narducci e Braga e indicare le soluzioni urgenti che dovrebbero far parte del negoziato con la controparte elvetica, si è limitato a riassumere i concetti ben noti che per altro hanno ispirato le interrogazioni dei due parlamentari del PD. È a tutti noto, infatti, che il Cantone Ticino ha congelato da quasi un anno il 50% dei ristorni fiscali ai comuni italiani, per un’ammontare di quasi 24 milioni di franchi svizzeri. Ed è anche noto che il Parlamento svizzero ha approvato, nella recente sessione primaverile, una mozione che chiede di ridurre al 12,5% l’ ammontare del ristorno attualmente pari al 38,5%.
“Visti i precedenti, si deve ritenere che con il perdurare del muro contro muro che caratterizza le relazioni tra Roma e Berna nel mese di giugno, prossima scadenza per il ristorno fiscale, si arriverà al blocco totale dell’erogazione a favore dei Comuni italiani, indipendentemente dalla mozione sulla percentuale del ristorno” ha sottolineato Narducci in sede di replica al Governo. “Il Governo che anche i parlamentari eletti all’estero sostengono – ha proseguito Narducci – non può ignorare le problematiche dei frontalieri, che non significano unicamente 55 mila posti di lavoro disseminati nelle aree di confine in Svizzera, bensì anche il rilevante numero di imprese che esportano servizi temporanei sulla base degli accordi bilaterali tra la Confederazione e l’UE”. Narducci ha poi ricordato che la Svizzera ha adottato, da tempo, il modello OCSE per le convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali, per cui oltre una quarantina di Paesi hanno rinnovato le convenzioni stesse basandole sul nuovo modello.
“Ritengo incomprensibile l’ostinatezza con cui il Governo italiano rifiuta di sedersi attorno ad un tavolo per negoziare con gli svizzeri la nuova convenzione contro le doppie imposizioni fiscali, un presupposto inderogabile per ripristinare rapporti corretti e affrontare le questioni del lavoro transfrontaliero” ha evidenziato Narducci, ricordando, in conclusione, che sarebbe un grave errore “far dipendere la convenzione contro le doppie imposizioni fiscali dall’accordo sui capitali italiani detenuti in Svizzera, un accordo siglato proprio in questi giorni con il Governo tedesco, poiché oltre alla fuga dei capitali dobbiamo frenare la fuga delle imprese italiane che, in particolare dalla Lombardia, trasferiscono la loro sede nel Cantone Ticino.
E in assenza di accordi, ha concluso Narducci, è davvero difficile frenare tali fenomeni, che accrescono ancora di più le difficoltà economiche dell’Italia”.

Trasporti: ancora tagli dalla regione. La provincia cosa fa?

Il Partito Democratico in provincia, attraverso il consigliere Lilliana Graziobelli, ha presentato un’interpellanza in merito alla questione della diminuzione delle risorse per il trasporto pubblico locale. Infatti, la Regione Piemonte ha ulteriormente appesantito i tagli a questo settore con un aumento della contrazione dei finanziamenti sui capitoli di bilancio saliti dal 10% del 2011 al 15%per il 2012. I risultati di questa politica sono facilmente immaginabili.
Meno fondi per i trasporti significano minor numero di percorrenze di pullman e quindi contrazione e impoverimento della qualità del servizio del trasporto pubblico a disposizione dei cittadini.
Parallela ai disagi sopportati dagli utenti, la riduzione del finanziamento regionale colpisce le Aziende che si trovano a sostenere l’aumento delle spese generali, il mancato ammortamento del parco mezzi e dell’attrezzaggio di supporto.
E, ultimo ma non meno importante, a fare le spese di questo circolo vizioso sono chiamati anche i dipendenti delle Aziende del settore, a rischio licenziamento senza che – apprendiamo da fonte sindacale – la Regione abbia sinora indicato ammortizzatori sociali e percorsi di ricollocazione per l’eventuale manodopera passata in esubero.
Questi i motivi di fondo che hanno spinto a presentare l’interpellanza, per conoscere innanzitutto quale sia lo stato dell’erogazione dei trasferimenti regionali al Verbano-Cusio-Ossola nel 2011 e 2012 e per conoscere cosa in concreto l’Amministrazione Provinciale stia facendo per contrastare la logica regionale improntata ai tagli indiscriminati a questi fondi.

Pd VCO
Ufficio Stampa

Di seguito riportiamo per intero l’interpellanza.

Al presidente del consiglio Provinciale
Al Presidente della Provincia
Oggetto : Interpellanza sul trasporto pubblico locale
La Regione Piemonte con DGR n. 35-2942 del 28 novembre 2011 ha ulteriormente appesantito il taglio al Trasporto Pubblico Locale (TPL). Con la citata DGR la contrazione dei finanziamenti che sostengono il TPL è stata infatti ulteriormente incrementata, per il corrente anno 2012, dal 10% al 15%. Uno scenario reso ancor più difficile dal fatto che, a tutt’oggi, non sono ancora note le risorse che lo Stato ha trasferito alle Regioni e quali fra queste siano tenute al vincolo del TPL.
L’efficacia della ricordata DGR n. 35-2942 è stata, a onor del vero, sospesa da una sentenza del TAR Piemonte. Ma il valore politico della delibera regionale è chiaro, a prescindere dalle valutazioni tecnico-giuridiche sulla sua legittimità: anche in un settore importante come quello del TPL la maggioranza Lega-PDL intende calare con forza la scure dei tagli.
I risultati di questa politica sono facilmente immaginabili. Meno fondi per il TPL significano minor numero di percorrenze di pullman e quindi contrazione e impoverimento della qualità del servizio di trasporto pubblico a disposizione dei cittadini. E, parallela ai disagi sopportati dagli utenti, la riduzione del finanziamento regionale colpisce le Aziende che si trovano a sostenere l’aumento delle spese generali, il mancato ammortamento del parco mezzi e dell’attrezzaggio di supporto. E, ultimo ma non meno importante, a fare le spese di questo circolo vizioso sono chiamati anche i dipendenti delle Aziende del settore, a rischio licenziamento senza che – apprendiamo da fonte sindacale – la Regione abbia sinora indicato ammortizzatori sociali e percorsi di ricollocazione per l’eventuale manodopera passata in esubero.
Tutto ciò premesso e considerato
SI INTERROGA LA SIGNORIA VOSTRA
1. Per conoscere innanzitutto quale sia lo stato dell’erogazione dei trasferimenti regionali relativi al TPL, in particolare quanto spettava al Verbano-Cusio-Ossola nel 2011 e quanto è stato erogato, quanto spetta alla nostra Provincia nell’anno in corso e quanto è stato erogato.
2. Per conoscere cosa in concreto l’Amministrazione Provinciale stia facendo per contrastare la logica regionale improntata su tagli indiscriminati ai fondi del TPL, logica che depaupera il servizio, mette in crisi le Aziende operanti nel settore e delinea inquietanti prospettive di perdita del lavoro per le maestranze.
Si richiede risposta scritta ed in aula.
Cordiali saluti
Lilliana Graziobelli

Frontalieri: l’on. Narducci e l’on. Braga del Pd presentano un’interrogazione al Ministro degli Affari esteri e al Ministro dell’economia e delle Finanze sulla questione dei ristorni

Lo scorso venerdì 16 marzo l’on Franco Narducci del Pd ha presentato un’interrogazione in Commissione affari esteri della Camera e, un’altra interrogazione al ministro dell’economia e delle Finanza, è stata presentata sempre il 16 marzo da parte dell’On. Del Partito Democratico, Chiara Braga.
Interrogazioni presentate in seguito alla notizia dell’approvazione, nel Parlamento elvetico, di una mozione sostenuta dall’intera delegazione del Cantone Ticino con cui si chiede di modificare la quota di ristorno del prelievo fiscale sul reddito dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera diminuendolo dall’attuale 38,8 per cento al 12,5%,
L’on, Franco Narducci, dopo aver evidenziato le gravi ripercussioni per la decisione unilaterale del Canton Ticino del blocco del 50% dei ristorni fiscali all’Italia, facendo venire meno una fonte importante di finanziamento per gli enti locali di frontiera da cui provengono i circa 50 mila lavoratori frontalieri, ha messo in guardia dalle conseguenze disastrose per le casse di detti comuni se la percentuale del ristorno fosse portata dal 38,8 al 12,5 per cento.
Narducci, preoccupato della mancanza di un dialogo tra il nostro Paese e la Confederazione elvetica è convinto che “riprendere i negoziati sarà sicuramente di giovamento per le buone relazioni tra i due Paesi, per lo sviluppo dell’economia e servirà anche ad adeguare ai tempi una legislazione datata”, ha chiesto al Ministro degli Affari esteri “quali siano le motivazioni che hanno impedito la ripresa del dialogo tra Italia e Svizzera e l’apertura di un tavolo negoziale coerentemente con la mozione approvata all’unanimità il 7 giugno 2011 dalla Camera dei Deputati, con il parere favorevole del Governo, nonché con successivi ordini del giorno in linea con lo spirito della summenzionata mozione, accolti parimenti dal Governo”.
Infine, il parlamentare eletto all’estero, entrando ancora di più nel merito delle questioni, ha chiesto Governo di sapere “quali procedure intende attivare per accelerare il trasferimento dei ristorni fiscali versati dalla Svizzera ai Comuni che ne hanno diritto, già alle prese con le enormi difficoltà finanziarie prodotte dalle ripetute manovre di contenimento della spesa pubblica”.
“Nell’interrogazione – spiega l’onorevole del Pd Chiara Braga – chiedo al Governo quali iniziative e misure intende adottare per tutelare e garantire il pieno riconoscimento dei ristorni ai Comuni di confine, sia in riferimento al congelamento del 50 per cento dei ristorni del 2010, corrispondente, è bene ricordarlo, a circa 23 milioni di euro depositati, dal giugno dello scorso anno, presso un conto vincolato della Banca di Stato ticinese, che all’eventuale proposta, intrapresa unilateralmente in questi giorni dalla Confederazione elvetica, di ridurre al 12,5 per cento la quota dei trasferimenti da versare all’Italia”
“Ma non solo. Chiedo inoltre – continua la deputata comasca – quali siano le ragioni che impediscono la necessaria ripresa di un dialogo tra il nostro Paese e la Confederazione elvetica, e di avere notizia dell’impegno preso a suo tempo dell’Esecutivo, di convocare un apposito tavolo di confronto italo-svizzero. Infine interrogo il Governo anche sull’opportunità di garantire comunque, attraverso l’anticipazione di risorse proprie, il pieno riconoscimento dei ristorni agli enti locali di frontiera, affinché le questioni delicate aperte, a partire da quelle relative agli aspetti fiscali, possano essere risolte senza subire forme di pressione non rispettose degli accordi bilaterali in essere e senza far ricadere le conseguenze sui Comuni di confine e i lavoratori frontalieri”.

Ufficio Stampa

Partito Democratico
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Una legge per migliorare l’indennità di disoccupazione ai frontalieri italiani disoccupati in Svizzera

È arrivata nell’Aula di Montecitorio la Proposta di legge recante “Modifiche alla legge 5 giugno 1997, n. 147, concernenti la durata dei trattamenti speciali di disoccupazione in favore dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera rimasti disoccupati a seguito della cessazione del rapporto di lavoro”, un Testo di legge fortemente voluto dall’on. Franco Narducci e dal Partito Democratico. Infatti, l’on. Narducci, che aveva presentato una Proposta di legge in tal senso ora confluita nel Testo unificato, intervenendo in Aula in sede di discussione generale sul provvedimento in questione ha sottolineato che esso “si prefigge di modificare e migliorare la legge esistente che regolamenta i trattamenti speciali di disoccupazione in favore dei frontalieri italiani che non per causa imputabile alla loro volontà perdono il lavoro in Svizzera”. L’on. Narducci richiamando l’impegno dell’Ue per il lavoro ha ricordato come tale provvedimento si inserisce nell’ambito dell’impegno dell’Unione per “ridurre la disoccupazione che in questo momento aumenta drammaticamente”. Narducci, inoltre, ha ricordato, che la legge attuale sulla disoccupazione dei frontalieri, a distanza di quasi 15 anni, “ha bisogno di essere rivista alla luce delle trasformazioni intervenute nel mercato del lavoro ma anche del quadro normativo attuale, derivante dalle aperture fatte dalla Confederazione elvetica verso l’Unione Europea. Nel 1994, infatti, non vi erano ancora gli accordi bilaterali negoziati dalla Svizzera con l’UE che, per esempio, hanno consentito l’introduzione della libera circolazione delle persone, l’adattamento della legislazione di sicurezza sociale svizzera a quella europea relativamente al coordinamento e alla totalizzazione dei contributi previdenziali versati, nonché ad altri aspetti legislativi”. Dopo aver illustrato i cambiamenti profondi come il concetto di mobilità del lavoro e gli accordi internazionali che regolano i rapporti tra Italia, Svizzera ed Unione europea in materia di lavoro e di previdenza, il parlamentare eletto all’estero si è soffermato sulle novità della Proposta di legge in questione precisando che essa “prevede la modifica di alcune prestazioni concernenti il trattamento di disoccupazione speciale in favore dei lavoratori frontalieri italiani che perdono l’impiego in Svizzera” e che mentre nella “legge n. 147 del 1997 veniva previsto un periodo di indennizzo di dodici mesi e un importo dell’indennità compreso tra il 25 e il 50 per cento del salario medio percepito nell’ultimo anno di lavoro in Svizzera, nel disegno di legge in discussione oggi la durata massima dell’erogazione del trattamento è di 18 mesi per i lavoratori di età compresa tra 50 e 55 anni e di 24 mesi per i lavoratori con 56 anni di età e oltre”. “Occorre ricordare – ha detto Narducci – che questa indennità costituisce l’unica forma di ammortizzatore sociale dei lavoratori frontalieri e che in questi ultimi anni si è abbassata drammaticamente l’età critica in cui se si perde il posto di lavoro vi sono grandi difficoltà a ritrovarlo e il fenomeno degli over 50 riguarda ora gli over 45. Tanto che nel settore dell’edilizia elvetica è stata introdotta una rendita ponte gestita dalle parti sociali, senza nessuno contributo dello Stato, che consente ai lavoratori edili di andare in pensione a 60 anni”.
Narducci ha anche ricordato che “nella Proposta di legge in esame si prevede l’utilizzo dei fondi della gestione separata istituita presso l’INPS, quei 304 milioni accumulati con il prelievo sui salari dei frontalieri, per l’erogazione dei trattamenti speciali ai fini esclusivi del pagamento dell’indennità di disoccupazione in favore dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera”.
Narducci, ricordando che secondo “le previsioni dell’OCSE, l’economia italiana rimarrà in recessione sia nel 2012 sia nel 2013”, ha affermato che “il sistema di sicurezza sociale deve andare incontro ai frontalieri in difficoltà, utilizzando, tra l’altro, quei fondi ancora disponibili che dovrebbero essere di diritto loro destinati e che la Svizzera ha versato all’INPS fino all’anno scorso con riferimento al 2010” mantenendo l’esclusiva destinazionecome risulta dall’emendamento approvato in Commissione lavoro”.
Infine, Narducci rivolgendosi al rappresentante del Governo ne ha sollecitato l’attenzione “relativamente ad un aspetto che allungherebbe notevolmente l’esistenza del fondo di riserva” e cioè “il negoziato a livello europeo per la sostituzione del Regolamento 1408 con una nuova regolamentazione dei trattamenti di disoccupazione in ambito Unione europea”.
“Si tratta – ha detto Narducci – di accelerare la ratifica del nuovo Regolamento 883 che si applicherebbe anche ai frontalieri e comporterebbe da parte svizzera il pagamento dei primi 3 -5 mesi di disoccupazione e soltanto dopo scatterebbe la copertura tramite il fondo di riserva disciplinato dalla legge 5 giugno 1997, n. 147. Credo che non sfugga a nessuno, considerando le dinamiche del mercato del lavoro, che in tal modo si garantirebbe una più lunga sopravvivenza del fondo di riserva”.
“Penso – ha concluso il parlamentare letto all’estero – che assicurare la destinazione dei soldi versati dai frontalieri per la copertura dei trattamenti di disoccupazione a loro stessi destinati sia prima di tutto una questione di giustizia oltre che un dovere, e per queste ragioni il Gruppo del Partito democratico voterà a favore di questo provvedimento”.

Finanziamenti regionali al trasporto pubblico locale: i tagli saranno ancora piu’ pesanti del previsto. A rischio servizi e posti di lavoro

Aldo Reschigna

Il presidente della regione Cota sta preparando una brutta sorpresa agli enti locali, alle imprese e alle associazioni dei consumatori che oggi incontrerà per illustrare la situazione dei finanziamenti regionali al trasporto locale. Una sorpresa – afferma il capogruppo in regione del PD Aldo Reschignache avrà pesantissime conseguenze anche sui cittadini piemontesi.
L’attesa di un taglio del 15% dei finanziamenti rispetto al 2010, già ventilato nelle scorse settimane, è solo una speranza ottimistica. Il taglio reale infatti – continua Reschigna – contenuto in una bozza di delibera regionale recentemente predisposta, sarà del 23% per il 2012, con decorrenza dal prossimo primo aprile.
Una vera e propria mazzata per le imprese e i lavoratori che operano nel settore, e anche per i cittadini che vedranno tagliati servizi indispensabili per la vita quotidiana.
Un solo esempio, quello di GTT e del servizio sull’area metropolitana torinese: il taglio porterà con sé una prevedibile riduzione di 14 milioni di km sui 55 milioni attualmente percorsi, di una corsa su quattro e un esubero di circa 670 autisti.
Sono dati per noi inaccettabili. E’ necessario – conclude Reschigna –  trovare le risposte indispensabili perché il settore non sia penalizzato in un modo così pesante. Non si può infatti discutere di incentivi alle imprese, e poi tagliare un settore che per numero di addetti e per servizi resi ha una così grande importanza sociale.
Per questo ci aspettiamo che al più presto in Consiglio regionale l’assessore competente Bonino venga a illustrarci la situazione reale. Da parte nostra avvieremo una campagna di informazione della cittadinanza su quanto intende fare la Giunta regionale, che contrasteremo nel nostro ruolo di opposizione in tutte le sedi istituzionali.

PD VCO
Ufficio Stampa