Baveno commissariata: VERGOGNA !

Baveno MunicipioSi è consumata in questi ultimi giorni, tra polemiche e veleni e dopo una campagna elettorale aspra che ha diviso profondamente la nostra Comunità, la pagina più umiliante e vergognosa della vita politica ed amministrativa del nostro paese con l’implosione, per cause tutte interne, dell’Amministrazione Ottinetti eletta meno di sei mesi fa, e con la consegna del governo della città ad un Commissario Prefettizio che la traghetterà verso nuove elezioni.
E’ un’incancellabile onta per il paese che non aveva mai vissuto un simile sfregio democratico ma che, anzi, aveva sempre saputo governarsi con spirito di serietà e di responsabilità.
L’accelerazione della crisi pare sia dovuta ad inaccettabili forti “condizionamenti e pressioni” a cui è stato sottoposto il Sindaco Ottinetti nell’esercizio delle sue funzioni da parte dei suoi consiglieri e del Gruppo “Baveno Futura” minandone le prerogative proprie di Sindaco e, sostanzialmente, facendogli venire meno la fiducia della sua stessa maggioranza.
Si è trattato di un atto grave a cui il Sindaco Ottinetti ha fatto bene a reagire per la dignità del proprio ruolo e della propria persona.
Non vorremmo, però, che il giudizio sulla crisi fosse esclusivamente incentrato sulla violenta diatriba delle ultime settimane tra il Sindaco, la sua maggioranza ed il gruppo che lo ha sostenuto e proposto e che adesso lo ha sfiduciato.
Le ragioni di questo totale fallimento sono  più profonde e lontane ed attengono ai propositi e alle modalità con cui è stata costruita la lista “Baveno Futura” che conteneva, già all’origine, i presupposti della decomposizione.
Le cause del fallimento, a nostro avviso, sono da ricercarsi:
·              nella mancanza di un vero progetto amministrativo per il futuro della nostra Città senza un solido disegno complessivo per governarne le molteplici problematiche, al netto di qualche sporadica iniziativa preannunciata;
·              nell’accentuazione di un concetto politico-padronale che rimandava all’esterno degli organi elettivi la regia delle decisioni da assumere, svuotando il ruolo e le prerogative del Sindaco e del Consiglio Comunale, che devono avere come unico riferimento i cittadini dai quali hanno ricevuto la fiducia;
·              nella sottovalutazione delle problematiche e delle difficoltà del governare connesse anche alla mancanza di esperienza e preparazione amministrativa di molti dei componenti la maggioranza consiliare.
Non si è trattato, quindi, di sole beghe interne alla maggioranza ed al gruppo che lo sosteneva (come qualcuno vorrebbe far credere), ma del totale fallimento di un progetto padronale che non aveva nessuna possibilità di poter essere applicato.
Dopo questo vergognoso epilogo ci si augura che i cittadini di Baveno sappiano far tesoro di quanto è successo e non intendano più concedere la fiducia, in occasione delle prossime elezioni amministrative, a quanti hanno determinato questo fallimento.
E’ necessario quindi il concorso di tutti i cittadini seri e responsabili per ricompattare una comunità profondamente divisa da una campagna elettorale devastante e per ripristinare un clima di maggiore serenità all’interno della città

Partito Democratico – Il Circolo di Baveno

Aliscafo per i frontalieri: no alle strumentalizzazioni

navigazione lago maggiore battelloIn merito alle dichiarazioni di Forza Italia e Lega Nord (clicca qui) , legate alla vicenda che vede centinaia di lavoratori frontalieri in situazione di disagio a causa della frana che ha bloccato la SS34 la scorsa settimana, esprimiamo davvero incredulità e sconforto.
È assolutamente palese il tentativo di strumentalizzare il disagio di questi lavoratori per attaccare il sindaco, il nostro partito e la nostra maggioranza.
Vedendo l’enorme problema causato dalla frana in questione l’amministrazione ha cercato di dare sostegno a chi è direttamente coinvolto dalla situazione, mentre invece Cristina e De Magistris preferiscono fare polemica. Non pare evidente al segretario della Lega Nord l’assoluta eccezionalità della situazione tale da dover giustificare le misure prese dal sindaco a favore dei lavoratori frontalieri?
Noi crediamo che in questa situazione si debbano sfruttare tutte le possibili vie di trasporto alternativo alla strada e quindi ben venga l’aliscafo.
Sicuramente nella prima fase di sperimentazione del progetto “Frontalieri con le ali”, a costo zero per il comune, i risultati non sono stati quelli sperati e la sperimentazione è stata sospesa, come spiegato dal Sindaco. Ma questo non impedisce comunque di lavorare per offrire modalità di mobilità alternative a quella della sola automobile e in questi giorni l’aliscafo ha offerto un servizio importante.
Che i lavori sulla SS34 siano celeri lo auspichiamo tutti, ma incolpare anche di questo l’amministrazione Verbanese ci pare francamente insostenibile poiché tutti sanno che quella strada non è di competenza comunale.
Tutti i cittadini e i lavoratori hanno bisogno, prima che di polemiche facili, di risposte efficaci ai loro bisogni. Noi lavoriamo per dare queste risposte, consigliamo a Forza Italia e Lega Nord di fare altrettanto.

Riccardo Brezza
Segretario PD Verbania

Davide Lo Duca
Capogruppo PD in Consiglio Comunale

Il documento approvato dal PD Piemontese

logo regione piemontePubblichiamo  l’Ordine del Giorno del Partito Democratico del Piemonte approvato alla Direzione Regionale del 22 novembre 2014
La Direzione Regionale del Partito Democratico del Piemonte, riunitasi a Torino in data 22 novembre 2014 per esaminare la situazione politica e amministrativa regionale:

Premesso che

– gli interventi del segretario regionale del PD e degli amministratori regionali hanno illustrato la difficile situazione finanziaria della Regione Piemonte, con le immediate ricadute sul sistema delle autonomie locali e le conseguenti sfide a cui sono chiamati i nostri rappresentanti in seno alle istituzioni;
– il Partito Democratico assume su di sé, in modo pieno, la responsabilità affidatagli dagli elettori, riaffermando il massimo sostegno agli amministratori chiamati a rispondere in prima
persona della gestione del bene pubblico. La situazione presente chiede a tutte le forze politiche, e in primis al PD, di porre l’interesse generale del Paese e della nostra comunità prima di ogni
interesse particolare;
Considerato che
– il Partito Democratico vuole essere parte determinante nella definizione delle future politiche da attuare ad ogni livello della pubblica amministrazione della nostra regione. A tal fine, conformemente all’articolo 1 del proprio statuto nazionale, il PD ha scelto di aprirsi e di avviare un’azione di ampio coinvolgimento della società civile per riflettere ed elaborare proposte di governo sui principali temi di interesse regionale. Come democratici abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti coloro che hanno voglia di contribuire con la loro esperienza professionale e la loro competenza al nostro lavoro, che è rivolto a dare risposte all’intera comunità;
– in campagna elettorale ci eravamo impegnati a fare chiarezza sulla situazione reale dei conti regionali e ad evitare il ricorso ad artifici contabili per spostare in avanti nel tempo i problemi,
scaricandoli sulle future generazioni, come avvenuto in passato. Noi non vogliamo sottrarci alla nostra responsabilità di riordinare – adesso – la spesa pubblica e di fare – ora – le necessarie riforme strutturali;
– il PD è consapevole che, oltre ad affrontare l’emergenza del presente, è necessario costruire una chiara visione del futuro del Piemonte, che lo riporti ad essere una Regione leader, in grado di
contribuire in modo sostanziale alla crescita del Paese;
– consideriamo impegno prioritario salvaguardare la spesa sociale (politiche sociali, abitative, per il lavoro e per il diritto allo studio), anche attraverso un ripensamento del sistema di welfare, il
ricorso alla sussidiarietà, a percorsi di cd. secondo welfare. Riteniamo inoltre indispensabile uno sforzo dell’amministrazione regionale per favorire la ripresa economica, per creare le condizioni più favorevoli per coloro che vogliono creare occupazione investendo nei settori innovativi, gli unici in cui la nostra regione può avere spazio competitivo;
– vogliamo avviare un’ azione di profondo ripensamento del sistema delle autonomie locali piemontesi. La Regione deve tornare ad essere ente di legislazione e programmazione e gli assessorati non devono diventare una sorta di ministeri decentrati. Deleghiamo agli enti locali tutta l’amministrazione attiva per cui non sia indispensabile l’unitaria gestione a livello regionale.
Occorre però a livello nazionale ripensare il sistema di finanziamento delle nuove province e della città metropolitana, che ad oggi non hanno la garanzia delle risorse necessarie per
svolgere le funzioni ad esse attribuite dalla legge. Stabilire per legge che gli enti locali hanno certe competenze e poi lasciarli sguarniti di fonti di finanziamento crea un federalismo per
abbandono che ha funzioni deleterie per gli enti locali e soprattutto per i cittadini, che rischiano nel prossimo anno di essere privati di servizi fondamentali (scuola, TPL). Vogliamo incentivare
l’impegno dei nostri amministratori comunali per esercitare in modo associato le funzioni; una regione con 1206 comuni, la maggior parte piccolissimi, non è in grado di garantire servizi pubblici di qualità a tutti i cittadini: occorre associarsi ed agire insieme;
– siamo consapevoli che la scelta della giunta regionale di aumentare l’IRPEF sia stata inevitabile sulla base del terribile disavanzo certificato dalla Corte dei conti rispetto all’esercizio 2013.
Riteniamo però che questo intervento, che rischia di deprimere ulteriormente i consumi, debba essere assolutamente transitorio e da subito mitigato con un correttivo che consenta di sgravare
le situazioni familiari con figli a carico;
– chiediamo alla Giunta regionale di avviare un’azione coraggiosa di riorganizzazione della macchina amministrativa regionale. Va ridotto lo spazio di attività amministrativa, abbandonando compiti
che oggi non sono più necessari in capo al pubblico. Vogliamo ridurre drasticamente le partecipazioni della Regione in società, consorzi ed enti, smettendo di finanziare attività economiche in disavanzo. Chiediamo una netta riorganizzazione degli enti strumentali o ausiliari della Regione (ARPA, parchi, CSI), con un’azione più netta e risolutiva rispetto agli interventi di
inizio legislatura;
– i recenti eventi alluvionali hanno evidenziato, ancora una volta, la fragilità del territorio piemontese. Un rapporto del Corpo Forestale dello Stato mostra il Piemonte come una delle regioni più esposte al rischio idrogeologico: circa il 12,7 per cento della popolazione vive in zone sensibili. Chiediamo alla Giunta regionale l’impegno a erogare le risorse necessarie per far fronte
alle emergenze, risorse che devono restare fuori dai vincoli imposti agli enti locali dal Patto di stabilità. La Regione deve predisporre, in accordo con le comunità locali, un Piano strategico con le opere pubbliche da realizzare e da ripristinare; come PD del Piemonte dobbiamo adoperarci affinché vengano intraprese tutte le possibili iniziative a sostegno della difesa del territorio, delle
attività produttive e dei cittadini danneggiati. Sulla difesa del suolo chiediamo un impegno concreto della Regione a partire dalla manovra di assestamento in via di approvazione.
– sulla sanità regionale il Partito Democratico sostiene l’azione di profonda riorganizzazione avviata in Regione. Non ci sottraiamo all’esigenza di ripensare la rete ospedaliera sulla base dei criteri
previsti dal patto nazionale per la salute e, soprattutto, sulla base degli studi scientifici che evidenziano il livello ottimale di collocazione delle singole discipline ospedaliere, al fine di
ottimizzare la sicurezza dei cittadini, cioè la certezza di essere curati nel modo migliore possibile. L’intervento sulla rete ospedaliera deve inoltre consentire di far uscire al più presto la
Regione Piemonte dal piano di rientro, in modo da poter assumere il personale infermieristico e medico, ripianando i vuoti di organico creatisi negli ultimi anni, anni in cui l’unico contenimento dei
costi della sanità è avvenuto tramite il blocco del turn over del personale sanitario. É indispensabile che le risorse liberate dalla riorganizzazione ospedaliera vengano impegnate per l’edilizia sanitaria, l’ammodernamento tecnologico, la continuità assistenziale. implementare la continuità assistenziale, in particolare con l’aumento dei posti letto per le RSA o le post acuzie. Vogliamo che la Regione intervenga con forza nel verificare l’appropriatezza delle cure e nel ricostruire un corretto rapporto tra ospedale e territorio;
– il PD del Piemonte conferma il proprio impegno al contenimento dei costi della politica. Vogliamo anticipare a livello regionale quanto previsto dalla proposta di Riforma costituzionale ,
licenziata dal Senato, equiparando entro la fine di quest’anno il trattamento economico e previdenziale del Consiglieri regionali a quello del Sindaco del Comune capoluogo. La riduzione
introdotta in Consiglio regionale dell’indennità deve rappresentare solo l’avvio di quanto promesso ai cittadini in campagna elettorale.
Il Partito Democratico del Piemonte si impegna
– a sostenere la giunta ed il gruppo consiliare regionale per mettere immediatamente in campo strumenti coerenti con questi obiettivi, attraverso un lavoro di ascolto e confronto con tutte le amministrazioni locali e le rappresentanze sociali;
– a coinvolgere la propria delegazione parlamentare a sostegno delle necessità straordinarie della nostra amministrazione regionale, dei comuni , della città metropolitana e delle nuove
province;
– a promuovere il confronto tra organismi del PD ed amministratori, al fine di condividerne scelte e iniziative e sostenere gli impegni e le responsabilità da assumere.
Torino, 22 Novembre 2014

Sanità: documento del consiglio comunale di Verbania per una commissione provinciale

verbaniaNel pubblicare il documento votato sabato 22 novembre dal consiglio comunale aperto di Verbania sul tema della sanità (cliccare qui) che invita alla costituzione di una commissione provinciale sul tema, riportiamo la sintesi dei due interventi fatti da due consiglieri del gruppo PD in consiglio.

Il gruppo del PD ha responsabilmente partecipato alla redazione di un documento unitario che il Consiglio comunale ha presentato. Due gli interventi che il gruppo ha gestito nel corso dell’adunanza, uno di natura tecnica che sottolinea il ruolo imprescindibile che la riorganizzazione del personale ha in un percorso di rinnovamento dell’offerta sanitaria in Provincia ed uno politico che si interroga sul futuro della Provincia su un banco di prova così importante come la Sanità .

Consigliere Liliana Maglitto
La deroga di un anno che garantisce il mantenimento dei due DEA deve essere supportata da una deroga per l’assunzione del personale poiché il blocco che vige dal 2010 ha depauperato tutte le risorse x entrambi i presidi. Lo sblocco delle assunzione deve avvenire con rapidità in quanto servirà del tempo affinché il personale acquisisca le competenze che ne garantiscano la qualità. S ciò non dovesse avvenire si assisterà di fatto alla chiusura dei servizi,chiusura non supportata da logiche organizzative  di risposte ai bisogni di salute basate sulle intensità di cure (alta-medio-bassa) definite dal Patto della Salute 2014-2016,dalla Conferenza Stato Regione 05.08.2014 e dalle linee di indirizzo per lo sviluppo della rete Ospedaliera Piemontese. In attesa che venga istituita la Commissione tecnico-amministrativa (che consenta una lettura oggettiva dei bisogni di salute) e si addivenga ad una soluzione sul destino dei due DEA, (che di fatto si traduce quale Presidio gestirà l’alta-Media Intensità di cure e  quale presidio invece  gestirà la media bassa intensità di cure), occorre pertanto :

  1. procedere alle assunzioni
  2.  realizzare una politica condivisa
  3. realizzare un management rigenerato
  4. esercitare una governance che gestisca i conflitti d’interessi
  5. promuovere una collaborazione di tutti i professionisti
  6. stimolare una empowerment della popolazione utilizzando una ce comunicazione basata su dati oggettivi

Consigliere Riccardo Brezza:

Ritengo ormai chiaro che durante questo anno di tempo che la Regione Piemonte ha dato al territorio del VCO per discutere della riorganizzazione sanitaria non vi è in ballo solo il destino degli ospedali di Verbania e Domodossola.
Penso che il 31 dicembre del 2015 non sapremo solo dove sarà posizionato il DEA di primo livello e il pronto soccorso “rafforzato”, bensì sapremo anche che futuro avrà la nostra provincia. Se saremo in grado di essere registi di un percorso di confronto e incontro nel territorio avremo colto un’occasione, diversamente dovremo ammettere con realismo che la nostra provincia ha esaurito il suo compito.
Verbania sarà capoluogo se riuscirà a costruire questo percorso, se realizzerà ponti e non alzerà muri, se sarà in grado, partendo dalla chiarezza e da dati certi, di costruire una proposta che possa unire e non dividere.
La nostra provincia è quindi ad un passaggio storico fondamentale, se riusciremo a tenere il timone dritto sarà una vittoria per tutti. Sapremo dirci ancora oggi le ragioni politiche, economiche e sociali per cui questo territorio può ancora sentirsi unito da una comune identità? Abbiamo un anno di tempo per rispondere a questa domanda, dovremo impegnarci tutti in questa direzione.

Sanità, Borghi: ”un progetto vero per la sanità montana del Vco”

vco“Ci sono due notizie nella giornata di oggi (ieri): il pareggio nel “derby” tra Domodossola e Verbania (a mio avviso improvvidamente alimentato da alcuni vertici regionali) e il riconoscimento che la specificità montana del Verbano Cusio Ossola vale anche per la materia sanità. La conseguenza di questo doppio passaggio è semplice: serve un progetto specifico per la sanità del nostro territorio, togliendo dal tavolo centralismi, tifoserie e furbizie. La conseguenza di questi due aspetti è semplice: al tavolo del Ministero dell’Economia e delle Finanze la Regione Piemonte dovrà far valere il fatto che la specificità riconosciuta per legge al territorio del VCO si traduce in parametri diversi dal resto del territorio regionale e in finanziamenti maggiori in grado di colmare il naturale differenziale esistente in questo territorio.

Ricordo che fin dal 1998 esiste uno specifico documento presso il Ministero della Sanità, denominato “Sanità in montagna” che attesta come mediamente i costi strutturali per l’erogazione del servizio nelle aree montane –a parità di efficienza- sono più alti del 25% a causa di quelli che l’Unione Europea definisce gli “handicap strutturali permanenti” dei territori montani. Aggiungo che nel testo base del disegno di legge in discussione alla Camera sui piccoli comuni, il cosiddetto “Realacci-Borghi” adottato dalla commissione ambiente in data 26 settembre e che ora passerà all’esame dell’Aula all’articolo 9 si prevede quanto segue: “lo Stato tiene conto della necessità di adeguamento del riparto del Fondo sanitario nazionale in favore delle aziende sanitarie locali situate nelle aree montane e rurali, al fine di assicurare la continuità assistenziale in tali aree. A tale fine, nell’ambito dell’intesa in sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano per il riparto del Fondo sanitario nazionale, le quote di finanziamento pro-capite delle aziende sanitarie locali operanti nei comuni montani sono incrementate del 25 per cento, secondo criteri che tengono conto del contesto di dispersione territoriale della popolazione, della sua composizione per classi di età nonché della rete degli stabilimenti ospedalieri e dei servizi distrettuali presenti nel territorio. La congruità del differenziale accordato in sede di bilancio preventivo è verificata, secondo indicatori di efficienza ed efficacia, anche in sede di consuntivo.”.

Quindi, la Regione Piemonte al tavolo con il MEF dovrà far valere queste tesi, e se lo farà sarò pronto a ingaggiare una battaglia comune. E una volta vinta questa battaglia a Roma, la si dovrà suggellare a Torino con una legge specifica che riconosca la peculiarità del VCO e attribuisca finalmente i canoni idrici e i costi standard montani sulla scorta di un diritto e non di una regalìa occasionale. Inoltre, non si può non considerare che l’indicazione di tale peculiarità si inserisce all’interno dell’imminente riconoscimento, proprio da parte del MEF e su indicazione della Regione Piemonte, della zona delle Valli Ossolane come area sperimentale del programma “Aree Interne”, che proprio attorno al tema della riorganizzazione dei servizi sanitari di territorio imperniati sulla presenza di un DEA di I livello concentra la propria strategia.

A questo punto penso che anche l’assessore Saitta e il direttore Moirano abbiano tastato con mano cosa significhi, in tutti i suoi aspetti, la peculiarità di questo territorio e l’esigenza di abbandonare la logica delle sfide all’OK Corral per cercare di costruire un progetto che tenga conto delle reali esigenze che nascono dal basso. C’è un anno di tempo per cucire qualche ferita di troppo, e trovare una soluzione che coniughi efficienza, diritti e tenuta dei conti pubblici. Il modo migliore per venirne fuori è mettersi al lavoro, senza retropensieri , furbizie e superficialità.”

On.Enrico Borghi

Piano sanitario: per il VCO confermate le scelte. Rinviata l’applicazione di un anno.

ospedale domodossolaComunicato Stampa della giunta regionale – “Il nostro obiettivo è riqualificare la spesa sanitaria riducendo gli sprechi che in questi anni hanno abbassato la qualità del sistema sanitario piemontese, per tornare ad investire sul territorio, sulle tecnologie più avanzate e sulla prevenzione. Oggi abbiamo avviato un percorso che entro il 2017 ci consentirà di mettere in movimento risorse importanti per almeno 400 milioni di euro destinate anche all’edilizia sanitaria e soprattutto a rafforzare in modo considerevole l’assistenza territoriale e domiciliare”. Lo dice il Presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino commentando l’approvazione da parte della Giunta regionale questa mattina: l’atto è l’impianto per la revisione della rete ospedaliera del Piemonte “indispensabile per tornando a programmare l’offerta sanitaria pubblica e privata come in questa Regione non si faceva da troppo tempo”. L’Assessore alla Sanità della Regione Piemonte Antonio Saitta precisa i tempi dell’applicazione di questa revisione: “l’attuazione concreta di questa delibera di programmazione, che applica il decreto Balduzzi ed il Patto della salute, sarà il primo compito dei nuovi direttori generali delle Asl e delle Aso, nella primavera prossima” . Domani giovedì 20 novembre la delibera sarà portata come atto di impegno politico al cosiddetto Tavolo Massicci a Roma, al Ministero dell’economia che poi la dovrà approvare entro i prossimi mesi, presumibilmente nella prossima convocazione di marzo 2015. “Ci presentiamo a Roma – dice Saitta – con una grande mole di lavoro svolta dalla Giunta Chiamparino nei primi cinque mesi di attività, consapevoli di avere l’onere di scelte difficili, spesso impopolari e sempre rinviate nel passato. Noi vogliamo uscire dal Piano di rientro, per ridare dignità al Piemonte”. “Per i cittadini non ci saranno rivoluzioni, la revisione della rete ospedaliera pubblica non comporta alcun disservizio per gli utenti, anzi: nei prossimi due anni porterà ad un reale aumento di efficienza nei reparti. Oggi le strutture complesse attive negli ospedali pubblici del Piemonte sono 842, con una frammentazione eccessiva di personale e con una produzione che troppo spesso non raggiunge i volumi necessari per garantire parametri di sicurezza agli ammalati” sottolinea Saitta che spiega come l’accorpamento li porterà entro i prossimi due anni ad avere solo 668; nelle strutture private le strutture complesse sono 185 e diventeranno 148. “Non ci saranno né licenziamenti, né riduzioni di personale: a partire dal 2015 ci saranno invece incrementi di personale medico ed infermieristico. La nostra programmazione serve a valorizzare le numerose eccellenze della nostra sanità, ma soprattutto a garantire ai piemontesi un servizio sanitario che fermi l’emorragia di mobilitàpassiva verso altre Regioni”. La sanità del Piemonte negli ultimi anni è molto cambiata: la produzione ècalata del 3% ma senza la contestuale riduzione dei costi ed è aumentata la mobilità passiva verso altre Regioni, il cui saldo è diventato negativo di 30 milioni nel 2013. “I cittadini non assisteranno ad una riduzione di posti letto nelle strutture bensì ad una diversa distribuzione che comporterà un aumento importante di posti letto di continuità assistenziale sull’intero territorio: ne abbiamo indicati in delibera ben 1330 in più, un prima risposta alla richiesta di tante famiglie che dopo il ricovero ospedaliero chiedono soluzioni per gli ammalati, spesso anziani, prima del rientro in famiglia. Questa la grande differenza rispetto alle scelte della precedente amministrazione regionale”. “Il fatto che la delibera è un atto di programmazione da attuare nel tempo entro i prossimi due anni – aggiunge Saitta – ci consente di completare il confronto sul territorio e con i sindaci e la popolazione, spostando alla fine del 2015 la scelta su alcune situazioni di particolare rilievo: ad esempio dove collocare nel territorio del VCO geograficamente penalizzato il pronto soccorso rafforzato di servizi essenziali ed il Dea di I livello, cosìcome di valutare il mantenimento della classificazione di I livello per strutture come il Martini”

Dopo la riunione della giunta regionale confermato l’impianto generale: e’ certo che ci sarà  il declassamento di uno dei due Dea e di un’ospedale nel VCO. La decisione finale arriverà però entro dicembre 2015 e dopo che Regione avrà avviato una serio confronto con il territorio. E’ quanto, il numero uno dell’assessorato alla sanità, Saitta, ha detto ai cronisti nel corso della conferenza stampa per illustrare il piano che domani sarà presentato al ministero.

Da Torino intanto parla anche Aldo Reschigna. Il vice presidente della Giunta regionale tenta di smorzare la polemica e dice : ” ci siamo presi un anno di tempo per avviare un confronto puntuale con il territorio. Primo si vuole spiegare cosa è realmete un Pronto soccorso avanzato; poi come cambia un ospedale senza Dea, la struttura si rafforza nei reparti e infine creare un gruppo di lavoro per un progetto che metta a punto oltre alla sanità ospedaliera anche quella territoriale “.

“Rispetto alla scelta della giunta regionale di rimandare di un anno la decisione sulla riorganizzazione sanitaria nel VCO, –  dichiara  Riccardo Brezza segretario Pd Verbania – rileviamo una prima vittoria di tutto il territorio provinciale.

Anche grazie alla nostra mobilitazione, come PD di Verbania,  la regione ha compreso che occorre tempo per pensare ad una riorganizzazione di tale impatto, e occorre il giusto tempo sia per coinvolgere i territori nel modo migliore sia per istituire un tavolo tecnico/politico che affronti il tema. Per ora ci riteniamo soddisfatti ma da domani serve mettere attorno ad un tavolo tutti gli attori di questa scelta per impostare una discussione seria, che non divida il territorio e che metta di fronte a tutto la salute dei cittadini, i loro diritti e l’efficienza dei servizi”